La storia del basket in America, e non solo, è costellata di grandissimi giocatori, divenuti vere e proprie leggende. Tra questi troviamo Vince Carter, cestista classe 77’ ritiratosi nel Giugno 2020. La sua è una delle più lunghe carriere tra i giocatori dell’NBA. Possiamo dire con una certa sicurezza che se sei un appassionato di puntate sul basket, avrai certamente inserito qualche volta la vittoria della squadra di Vince Carter nella tua bolletta.
Gli Esordi di Vince Carter
La carriera di Vince Carter nel basket inizia nella Mainland High School. I grandi college lo notarono immediatamente per le sue fantastiche doti fisiche e atletiche. Tra i suoi punti di forza c’è sicuramente la schiacciata, che lo fa diventare in poco tempo un beniamino dei tifosi e degli amanti della pallacanestro.
Carter approda in NBA come quinta scelta al Draft del 1998, dove è selezionato dai Toronto Raptors. Nonostante quella stagione inizi solo nel Gennaio del 1999, Carter viene nominato miglior rookie dell’anno grazie agli oltre 18 punti di media a partita. Da quel momento la sua carriera è in continua ascesa. L’anno successivo viene scelto per prendere parte all’All-Star Game. Dopo la prima convocazione diventa un ospite fisso di questo evento.
“Le Dunk de la Mort”
Nel 2000 vince anche lo Slam Dunk Contest (la gara di schiacciate). Il 2000 è un anno super per Carter, che riesce a segnare anche il record di punti in una sola gara per i Raptors: ben 51. Questo primato verrà poi battuto solo 18 anni dopo, quando DeMar DeRozan siglerà 52 punti. Dopo la rinuncia di Tom Gugliotta, viene convocato poi in nazionale e fa parte del Dream Team alle olimpiadi di Sidney. Anche lì riesce a mettersi in mostra grazie ad uno straordinario gesto atletico contro la nazionale francese, ricordato dai giornali transalpini come “le dunk de la mort” ( la schiacciata della morte). Carter recupera palla dopo il tentativo di contropiede francese e dopo due palleggi si innalza in volo superando a gambe divaricate il pivot francese Frederic Weis, alto “solo” 218 centimetri. Alla fine del torneo conquisterà la medaglia d’oro. Si ripeterà poi nel 2003 ai Campionati Americani del 2003.
Il Passaggio ai Nets
Dopo alcuni anni tra luci e ombre in Canada, Carter nel 2004 si trasferisce nella Grande Mela, dove indosserà la casacca dei Brooklyn Nets. Nella prima stagione mette insieme una media 24,5 punti per gara, oltre a 5 rimbalzi e 4 assist. Questi numeri porteranno i Jets ai Play-Off. Nel 2005 riesce ancora una volta a realizzare 51 punti in una sola gara. Nel pieno della sua carriera Carter si è rivelato un vero e proprio ago della bilancia in molte partite. Se era in forma, le possibilità di vittoria della sua squadra erano in ascesa, direttamente le proporzionali alle loro quote basket.
Dopo cinque stagioni a Brooklyn, Carter si trasferisce ad Orlando con i Magic, dove però resterà solo un anno e mezzo prima di passare ai Phoenix Suns. Anche qui però il rapporto con il team non decolla, e passa ai Dallas Mavericks. L’età e qualche acciacco fisico iniziano a farsi sentire e la sua media personale scende intorno ai 12 punti per gara. Prosegue ancora il suo viaggio nelle franchigie americane, approdando prima a Memphis, poi a Sacramento e infine ad Atlanta. Gli Hawks saranno la sua ultima squadra, prima del ritiro annunciato il 25 Giugno 2020 con il Podcast Winging It e solo poche e semplici parole: “I’m officially done”.
Giocherà per 10 volte i play-off senza riuscire però a vincere il titolo finale. Da segnalare l’annata del 2016 con i Memphis Grizzlies dove nelle quattro gare giocate otterrà l’incredibile media del 100% di tiri liberi segnati.
Vince Carter – Icona del Basket
Alla fine della sua carriera Carter può vantare oltre 1600 gare con una media di oltre 16 punti a partita e sette partecipazioni all’All-Star Game.
Vince Carter è diventato un’icona del basket sia in America, dove il basket è sicuramente tra i primi giochi più seguiti dai tifosi, sia in Europa, dove la fama della pallacanestro cresce giorno dopo giorno. Lo dimostrano sia il sempre maggiore seguito di tifosi, sia la visibilità sui mass media, e infine il numero di puntate, tra cui molte scommesse live, su questo sport. È amato anche dai rapper americani, che in diverse occasioni hanno citato le sue incredibili doti di schiacciatore nei loro testi musicali. Ricordiamo infine che ha partecipato al film Like Mike, in cui interpreta proprio se stesso.