Il terzo tempo rugby è il tradizionale incontro che avviene tra i giocatori di due squadre di rugby dopo la partita. Un momento per rilassarsi e socializzare con l’avversario, in linea con la proverbiale sportività di questa disciplina. Dopo i due tempi da 40 minuti, le compagini sono solite incontrarsi da qualche parte fuori dal campo per condividere cibo, bevande e qualche chiacchiera post match.
In realtà, si tratta di un evento estremamente importante e atteso dai giocatori. Marco Bollesan, coach e rugbista italiano degli anni 80’, disse in un’intervista che “senza il terzo tempo, non esistono nemmeno né il primo né il secondo”. Un commento rilasciato dopo la decisione di abolire questa pratica temporaneamente in occasione della Coppa del Mondo 2007 per problemi logistici. Decisione che ovviamente causò molte proteste da parte di giocatori e addetti ai lavori.
A pochi giorni dalla Six Nations, un accenno a questa usanza è di dovere.
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Terzo Tempo Rugby: dove e perchè
L’incontro si tiene normalmente alla Club House della squadra ospitante. Alla festa, anche le famiglie dei giocatori sono ben accette. Per quanto riguarda cibo e bevande, la casa è solita offrire a tutti i giocatori alcuni dei prodotti tipici del luogo. In paesi come Italia o Francia, vino e carne del posto sono immancabili sulle tavolate di questi eventi. Nei paesi più a nord invece, l’offerta è decisamente più a base di birra.
Oltre a mangiare e bere, cori e canzoni sono un’altra grossa parte di quello che vi aspettereste da un meeting post partita. Nessuna dote canora è richiesta ovviamente, ma solo un po’ di memoria per ricordasi le parole.
E’ risaputo come questa pratica abbia un effetto benefico sulle squadre e sullo sport in generale, tanto da essere stata adottata anche da altre discipline. Questa finestra vinene utilizzata dai giocatori e allenatori per scambiarsi opinioni sulla partita o sul torneo. Anche laddove ci fossero degli scontri in campo, cosa estremamente rara in questo sport, non c’è nulla di meglio di una stretta di mano davanti ad una tavola imbandita. Un momento per celebrare amicizia e rispetto, tutti valori che i giocatori di rugby tendono a mantenere dentro e fuori dal campo.
Inoltre, il Terzo Tempo è la cornice di alcuni degli aneddoti più divertenti della storia di questo sport: scherzi epici, scommesse improponibili, frasi celebri e qualche corsa in ospedale quando la situazione scivola di mano. Alcune di queste storie sono facilmente rintracciabili su internet. Altre, rimarranno per sempre nascoste nell’anonimato, e forse è meglio così.
Una tradizione che potrebbe scomparire
Negli ultimi anni, il Terzo Tempo del rugby ha cominciato a perdere un po’ di quella grande popolarità del quale ha sempre goduto. Alcuni club moderni infatti, sembrano non considerare i benefici che questa pratica dia allo sport. Sempre più spesso, sia per ragioni logistiche che di priorità, questi incontri vengono esclusi dall’iter tradizionale dei tre tempi. Ci basti pensare solo all’ultimo Mondiale, nel quale la pratica è stata sospesa per motivi di tempo e spazio.
La speranza è che le nuove generazioni di rugbisti non si dimentichino delle proprie radici e continuino a portare avanti questa tradizione, figlia di uno sport senza eguali in fatto di lealtà e rispetto.
“Il rugby è un gioco bestiale giocato da gentiluomini” cit. Henry Blaha (rugbista e giornalista statunitense)