Il poker, ovviamente, così come tutti gli altri giochi da casinò come il blackjack, è basato sulla fortuna anche se ci sono tecniche, tattiche e consigli per aumentare le vostre chance. Ovviamente, sottolineiamo, che aumentare non significa riuscire a vincere sempre o spesso. Tuttavia vi saranno utili per evitare massicce perdite e per portare a casa qualche mano in più rispetto al solito. Tra le tecniche più usate c’è sicuramente la psicologia poker, e propria di questa vi parleremo nei prossimi paragrafi.
Psicologia Poker: Cos’è?
Prima di iniziare a parlavi nel dettaglio della psicologia poker, è giusto spiegarvi immediatamente perché può fare la differenza. Abbiamo detto che nel poker c’è una buona dose di fortuna ma non si tratta solo di questo. Si parlerebbe di sola fortuna se, parlando ad esempio della versione del poker texana, si andasse sempre a scoprire il River (ovvero la quinta carte sul tavolo verde) e a poi a confrontare i vari punti ottenuti.
Questo però non accade molto spesso visto che prima ci sono una serie di puntate e rilanci che spingono un avversario a lasciare la mano, temendo che si abbiano poche possibilità. Ed è proprio in questo caso che subentra la psicologia poker.
Il Bluff: Principale Espressione di Questa Strategia
Se avete già qualche minima esperienza in questa disciplina, già conoscerete il bluff. Se, al contrario, non sapete di cosa si tratta, sappiate che per bluff si intende il tentativo di un giocatore di far credere agli avversari di avere un grande punto in mano e quindi spingerli a lasciare la mano, accaparrandosi così le puntate piazzate fino a quel momento. Questa è la principale espressione di strategia del poker, anche perché le carte diventano un aspetto del tutto secondario e inizia a diventare principale solo l’idea da inculcare nell’avversario.
Ovviamente si tratta di un rischio enorme visto che questa strategia deve essere chiara sin dai primi secondi dopo la distribuzione delle carte e bisogna portarla a termine senza passi falsi o tentennamenti. Risulta più difficile da mettere in atto nei casino dal vivo, dove ogni minima espressione facciale e titubazione può far scoprire un bluff.
Qualche Piccolo Consiglio sulla Psicologia Poker
In quest’articolo non vogliamo spiegarvi come diventare maestri nella psicologia del poker perché sarebbe davvero impossibile. Per diventare abili in questa particolare strategia del poker, bisogna leggere molti libri, seguire dei corsi e vedere i migliori giocatori in azione. Oltretutto, bisogna poi essere in grado di mettere in pratica tutta la parte teorica studiata e questo è forse il punto più difficile.
Molti giocatori, poi, si sentono a loro agio nei casino tradizionali, mentre altri scelgono di utilizzarla solo negli online casino, dove la mimica facciale e i vari tells (di cui vi parleremo a breve), sono ridotti al minimo. Ecco, però, alcuni piccoli consigli che vi potrebbero tornare utile.
Studio dell’Avversario
La psicologia poker si basa soprattutto sullo studio dell’avversario. Bisogna essere in grado di capire se il vostro avversario presenta qualche punto debole. Ad esempio, avete mai notato durante i principali tornei europei e mondiali che i giocatori indossano grandi occhiali da sole, cuffie oppure giocano tutto il tempo con il cappuccio della felpa alzato? Lo fanno, in particolare, per evitare di dare all’avversario dei vantaggi.
A qualcuno può capitare, infatti, di dilatare leggermente gli occhi quando si ha una mano monstre, oppure di fare qualche piccolo, quasi inavvertibile e soprattutto incontrollabile, movimento facciale in caso di bluff. Le cuffie vengono usate, invece, per evitare di sentire quello che viene detto al tavolo e lasciarsi andare a commenti o risposte che potrebbero far capire la loro strategia.
Tutti questi segnali sono anche detti “tells”, e sono il pane quotidiano per gli esperti di psicologia poker. Grazie a questi tells, i giocatori preparati riescono a capire che tipo di mano ha l’avversario in mano e gestire a loro volta l’andamento della gara. Naturalmente non possono riuscirci alla prima occasione ma devono studiare l’avversario per diversi giri e sperare di ottenere qualche segnale importante.
E nel Poker Online?
Finora abbiamo detto di tells leggibili solo dal vivo, ma anche nei tornei online c’è molta psicologia poker. Ad esempio, una chiamata istantanea ad un rilancio, può essere segno di sicurezza e di forza e quindi bisogna stare decisamente attenti. Alcuni giocatori, poi, si dedicano particolarmente alle chat, tentando di indurre in tentazione gli avversari.
Se, ad esempio, un giocatore è solito parlare molto online indica già due cose. La prima è che non è un giocatore pro o comunque uno di quelli davvero bravi che gioca contemporaneamente su più tavoli. Il secondo aspetto è che non sembra molto concentrato sulla partita e quindi potrebbe cadere in qualche errore di valutazione.
La Psicologia Poker è Affidabile?
Saper utilizzare la psicologia poker durante le partite è sicuramente un ottimo punto di partenza ma anche un’arma a doppio taglio. Ci sono, infatti, i giocatori più preparati, capaci di utilizzare la psicologia poker inversa. Ovvero fanno di tutto per farvi credere che in mano non hanno un grande punto. Successivamente, invece, si scopre che hanno coppie di Re o di Assi.
Ecco perché bisogna studiare e prepararsi sui libri, conoscere l’avversario e avere sempre una strategia d’emergenza da utilizzare.