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Milan di Sacchi: Uomini nella Storia

Il Milan di Sacchi

Se qualcuno vi fermasse per strada e vi chiedesse qual è stata la squadra italiana più forte di sempre, probabilmente la maggior parte delle persone risponderebbe il Milan di Sacchi. E di certo non sarebbe una risposta data a caso. 

Quella squadra ha praticamente rivoluzionato il mondo del calcio, seppur in Italia abbia ottenuto solo uno scudetto. In compenso però, in Europa è diventata leggenda, vincendo due coppe Campione e due coppe Intercontinentali, andando a battere anche gli scettici tra gli addetti ai lavori e le scommesse sportive, che non credevano che una squadra potesse portare a casa quattro vittorie in due anni, guidata da un tecnico alla sua prima esperienza in un top club. 

Vediamo ora, però, i principi alla base di questa rivoluzione e gli uomini che l’hanno resa possibile. 

Arrigo Sacchi mentre allena sul campo da gioco

Il Milan di Sacchi

Se questo ciclo di vittorie e questa squadra viene definito come il Milan di Sacchi, non si può non partire dall’allenatore emiliano. Il tecnico giunge sulla panchina rossonera per precisa scelta del presidente Silvio Berlusconi. Questi infatti ha notato le qualità dell’allenatore nei due precedenti anni, quando allenava il Parma dove conquistò prima la promozione in Serie B e poi sfiorò quella nella massima competizione. 

A fare la differenza però, così come avviene in tutti i giochi, è un pizzico di fortuna. Sacchi, infatti, ottiene anche una straordinaria vittoria in Coppa Italia proprio con il Milan, dove il Parma dominò la gara con un gioco particolare e spumeggiante. Talmente bello che il presidente Silvio Berlusconi se ne innamorò follemente, non solo ingaggiando il tecnico alla prima occasione utile, ma difendendolo ad ogni costo. 

Il suo esordio a Milano non fu, infatti, dei migliori tanto che si registrò l’eliminazione anche ai sedicesimi di finale della Coppa Uefa oltre a risultati altalenanti in campionato. I suoi metodi di allenamento, poi, non erano decisamente apprezzati da gran parte dei giocatori. Il gruppo dei senatori, andò dal presidente chiedendo la testa del tecnico. Anche i tifosi volevano il ritorno di Fabio Capello, ma Berlusconi, così come lui stesse afferma, rispose ai giocatori che protestavano: “Lui resta, voi non so”. 

A quel punto i calciatori non poterono fare altro che tornare in campo e trovare un’intesa con l’allenatore, che effettivamente arrivò, visto che al primo anno ci fu il trionfo in campionato e negli anni successivi arrivarono le conquiste europee. 

La sua esperienza sulla panchina milanese dura quattro stagioni, salvo poi diventare Commissario tecnico della nazionale con cui sfiorerà la vittoria al Mondiale americano. 

Il Trio Olandese che si Muove con una Velocità Incredibile

Il Milan poteva contare soprattutto su un attacco velocissimo, ma allo stesso tempo fisico e potente. Questo era possibile grazie alle qualità del trio olandese che rivoluzionò il calcio in Italia: Marco Van Basten, Frank Rijkaard e Ruud Gullit. 

Rijkaard arrivò l’anno successivo a quello di Gullit e Van Basten, pagati rispettivamente 5, 13 e 2 miliardi. Cifre davvero irrisorie paragonate a quello che sono stati capaci di fare gli olandesi in campo. La loro caratteristica principale è che si muovevano di continuo, in modo velocissimo e allo stesso tempo avevano una prepotenza fisica da far paura a tutti i difensori. La loro arma principale era quella di capirsi senza neanche bisogno di guardarsi. Era come se si leggessero nel pensiero e sapevano sempre dove e come trovarsi. 

Alcuni dei loro gol sono conservati negli annali del calcio. Gullit chiuse i suoi anni al Milan con 35 reti all’attivo, Rijkaard con 16 (e qualche decina di assist probabilmente) mentre il bomber Van Basten negli anni di Sacchi segno 75 gol. Da segnalare le 10 reti in nove partite siglate in Coppa Campioni nel 1989, anno in cui i milanesi ottennero il primo trionfo in Europa. 

Franco Baresi

Baresi e la Difesa

Franco Baresi è una vera e propria icona, non solo del Milan di Sacchi, ma del club rossonero in generale. Il difensore infatti conta venti anni di carriera e  531 presenze. Nel 1987, Baresi era nel pieno della sua carriera e aveva acquisito una tale consapevolezza che divenne il baluardo di tutta la linea difensiva. Una vera e propria guida capace di far muovere i giocatori solo con un gesto della mano. 

Al suo fianco, per gran parte delle stagione durante l’epoca Sacchi, giocò Billy Costacurta. Come terzini invece c’erano Paolo Maldini, altra bandiera del Milan, e Mauro Tassotti. Essi avevano libertà di salire e accompagnare l’azione offensiva, salvo poi dover ritornare immediatamente al loro posto. In porta c’era invece Giovanni Galli. Il blocco, divenne poi anche quello della nazionale, che come detto in precedenza, arrivò in finale con il Brasile. Li gli azzurri persero la sfida ai rigori, tra l’altro con l’errore dal dischetto anche di Franco Baresi. 

La difesa divenne un punto fondamentale di questa squadra. Essa non solo era capace di mettere in fuorigioco gran parte dei giocatori ma, vista la sua solidità, garantiva ai centrocampisti e agli esterni, tra cui c’erano Ancelotti, Colombo e Donadoni, di poter spingersi in avanti.

Il Milan di Sacchi – Conclusione

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