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Incidenti Mortali di Formula Uno

La Formula 1 è sicuramente tra gli sport più interessanti e spettacolari in circolazione. Le macchine corrono a centinaia di chilometri all’ora e li spettatori, sia dal vivo che in Tv accorrono in massa per vedere le loro monoposto preferite. Il successo di questa disciplina è dimostrato anche dal numero di scommesse Formula Uno che si giocano ogni weekend di gare. 

Detto questo, però, bisogna anche sottolineare la pericolosità di questo sport e, purtroppo, gli incidenti Formula Uno Mortali non sono mancati. Nel corso degli anni, infatti, decine di piloti hanno perso la vita in un incidente o comunque a seguito di quell’evento. In questo articolo ricorderemo quali sono stati gli incidenti Formula Uno mortali. 

Incidenti Mortali di Formula Uno – Montecarlo 1967

Il primo incidente in una ha perso la vita un pilota è stato nel 1967 nella spettacolare e pericolosa pista di Montecarlo. Nel corso di questa gara, che prevedeva ben 100 giri, c’erano due piloti che si stavamo dando filo da torcere. Parliamo Dennis Hulme e Lorenzo Baldini che era all’inseguimento. I due erano vicinissimi quando, a causa di alcuni doppiaggi, Baldini perde dei secondi importanti dal rivale. 

A questo punto, quindi, si rimette all’inseguimento ma prende qualche rischio in più nel tentativo di recuperare decimi preziosi. Nella chicane subito dopo il tunnel, però, esce di pista e va a toccare una bitta, che per chi non è pratico del mondo navale, è quell’oggetto posizionato vicino ai porti per attaccare l’ormeggio delle navi. La vettura di Baldini si ribalta e va a sbattere contro le protezioni tra cui anche alcune balle di paglia. La macchina prende fuoco e proprio la paglia non fa altro che alimentare le fiamme. 

Giungono immediatamente i soccorsi ma per spegnere le fiamme ci vogliono alcuni minuti. Non tutti sembrano però essere preoccupati perché pensano e sperano che Baldini sia finito in mare dopo il ribaltamento dell’auto. Alcuni mesi prima, infatti, era capitato lo stesso ad Ascari. 

In realtà, però, Baldini è ancora bloccato nella vettura e verrà estratto condizioni gravissime. Perderà la vita alcuni giorni dopo all’età di soli 32 anni a causa delle ferite e delle gravissime ustioni riportate. 

Kyalami, Gran Premio di Sudafrica

Siamo nel 1977 quando si corre il Gran Premio in Sudafrica. Questo è uno degli incendi più gravi anche perché, oltre ad un pilota, perde la vita anche un commissario di gara. Siamo al 21 esimo giro quando la vettura di Renzo Zorzi, pilota della Shadow, finisce fuori pista con un principio di incendio. Si attivano i soccorsi, ma bisogna dire che parliamo di oltre 40 anni fa e quindi, oltre a non esserci scommesse e live betting, non c’erano neanche safety car e particolari misure di sicurezza. 

Tre commissari armati di estintore scendono in pista per spegnere l’incendio ed evitare il peggio. Gli altri piloti, però, non si rendono conto che in pista ci sono tre persone. Inoltre la macchina di Zorzi si è fermata proprio lungo un rettilineo ma i piloti, a causa di un dosso, non vedono i commissari di gara. Tra le auto a sopraggiungere ad altissima velocità c’è quella di Tom Pryce, tra l’altro, compagno di squadra di Zorzi. Viaggiava ad oltre 270 chilometri orari e non riesce ad evitare l’impatto con il diciannovenne commissario di gara Frederik Jansen Van Vuuren, di soli 19 anni, travolto dalla vettura e morto sul colpo. 

Purtroppo, nel tragico scontro, l’estintore che trasportava Van Vuuren ha colpito in pieno il pilota sulla testa del pilota, distruggendo il casco e togliendo la vita a Pryce. 

Ayrton Senna, Roland Ratzenberger e Gil Villeneuve

Il pilota brasiliano, idolo tifosi e appassionati intenti a scommettere, è probabilmente il più famoso tra i piloti tra le vittime degli incidenti Formula 1 mortali. Il pilota brasiliano perse la vita, infatti, in seguito ad un tragico fuori pista alla curva del Tamburello nel Gran Premio di Imola, svoltosi il primo maggio del 1994. 

Senna, infatti, durante il settimo giro esce di pista ad una velocità altissima, stimata a oltre 300 chilometri orari. Sembra che la causa sia da attribuire al puntone della sospensione che, spezzandosi, colpì prima il casco, distruggendolo e poi il cranio del pilota. Il pilota fu estratto ancora vivo dalle lamiere della vettura e trasportato d’urgenza con un elicottero all’ospedale di Bologna. I tentativi di rianimarlo, però, saranno purtroppo vani e Senna spirerà solo qualche ora dopo a causa dei gravissimi danni riportati. 

All’interno delle lamiere della vettura del brasiliano fu anche ritrovata una bandiera austriaca. Questo perché, solo la settimana prima, un altro pilota aveva perso la vita nel corso delle qualifiche del Gran Premio di San Marino, ovvero l’austriaco Roland Ratzenberger. Senna, quindi, una volta giunto al traguardo vittorioso, avrebbe voluto mostrare la bandiera in suo onore. 

Roland Ratzenberger si schiantò nella curva intitolata a Gil Villeneuve, altri storico piloto deceduto in seguito ad un incidente. Villeneuve, famoso per il suo stile di guida, morì in seguito ad un violento scontro con la McLaren di Jochen Mass nel corso delle qualificazioni al Gran Premio di Belgio che si correva a Zolder. L’auto volò per oltre 25 metri schiantandosi, poi, violentemente a terra. Durante questo volo Villeneuve fu scaraventato in aria e poi cadde rovinosamente a terra. Nonostante i tentativi di rianimarlo e il trasporto d’urgenza in ospedale, le condizioni del pilota canadese erano gravissime e dopo alcune ore fu deciso dalla moglie di staccare le macchine che lo tenevano in vita. 

Incidenti Mortali di Formula Uno – Jules Bianchi

L’ultimo pilota in ordina di tempo a perdere la vita in uno degli incidenti Formula Uno Mortali è stato Jules Bianchi. Era il 5 ottobre 2014 e si correva il Gran Premio di Giappone sotto una pioggia battente. Anche i tifosi e gli appassionati dello scommettere avevano capito che quella gara, a causa della pioggia e del buio che stava arrivando, rischiava di diventare pericolosa.

Bianchi ebbe la sfortuna di uscire di pista nello stesso luogo dove, solo un giro prima era uscito un altro pilota, Adrian Sutil. Anche i tifosi e gli appassionati dello scommettere avevano capito che quella gara, a causa della pioggia e del buio che stava arrivando, rischiava di diventare pericolosa. 

Bianchi, infatti, finì ad altissima velocità contro la gru mobile che nel frattempo era giunta per togliere la macchina di Sutil. Dopo lo scontro, fu estratto immediatamente dalle lamiere e portato nel reparto di terapia intensiva di un vicino ospedale. Restò in coma per nove mesi fino a quando la famiglia non ne annunciò il decesso. 

 

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