Il cambiamento climatico è un problema di livello mondiale. Ed, ormai, non c’è più tempo da perdere per trovare soluzioni ed affrontare il disastro naturale a cui stiamo andando incontro. E non parliamo del solo scioglimento dei ghiacciai, causato da un aumento costante e troppo veloce della temperatura e che porterà nel giro di alcuni anni anche ad un innalzamento dei mari. Ogni giorno, infatti, in qualsiasi parte del mondo si sentono notizie su disastri naturali o problematiche legati ad eventi atmosferici estremi.
Volendo solo fermarci all’Italia, possiamo considerare la terribile grandinata che ha colpito nel mese di luglio le città di Parma e Modena, distruggendo centinaia di auto e di raccolto. Stesso evento anche a Torino. Ci sono poi gli incendi sparsi in tutta Italia dovuti al caldo asfissiante. Nel mese di ottobre, invece, ci sono state le torrenziali piogge su parte della Sicilia che hanno provocato alluvioni, mareggiate e allagamenti. Parliamo di un quantità di pioggia venuta giù in circa tre giorni pari a quella che ci si potrebbe aspettare nel giro di sei mesi.
Uno dei settori che, secondo gli esperti, è alla base del cambiamento climatico è quello automobilistico. Si chiede, infatti, sempre più spesso alle grandi casi produttrici di investire sia dal punto di vista economico sia dello sviluppo in auto elettriche (e non solo ibridi), Ed, inoltre, di far sì che tutti i modelli più venduti siano solo a bassissimo impatto ambientale. Anche se, grazie agli autori di NetBet, vedremo che le cose non stanno andando proprio nel verso giusto e c’è bisogno di fare ancora tanto.
Cambiamento Climatico e Case Automobilistiche: Cosa Stanno Facendo?
Come detto, le aziende che producono automobili sono invitate a fare un grandissimo sforzo per abbassare nettamente, ovvero del 55%, le emissioni di CO2 (anidride carbonica) entro il 2030 e poi azzerarle del tutto entro il 2050. Numeri e intenzioni che, al momento, sembrano davvero difficili da raggiungere e realizzare.
C’è da dire, infatti, che dopo le dichiarazioni della presidente della Commissione UE Ursula Von del Leyen, durante la presentazione del maxi piano di interventi previsti dal piano FitFor55, sono arrivate le prime polemiche nei confronti della scelta di vietare dal 2035 auto e veicolo a diesel o benzina. L’associazione europea delle case produttrici di auto (ACEA), infatti, si è immediatamente espressa contro questa decisione. Per la precisione ritiene “irrazionale” lo stop ai motori a benzina e diesel al 2035. Per il gruppo, infatti, è assolutamente “un errore eliminare le auto a benzina e diesel dalla circolazione entro il 2035″.
In questo studio sulle emmissioni delle automobili, infatti, si nota però come tutte le case automobilistiche abbiano nettamente fallito l’obiettivo di avere dei modelli che producessero un massimo di 95 gCO2/km.
I Dati
Per alcune aziende, ad esempio Daimler, Mazda, BMW e FIAT Chrysler, poi diventato nel recente passato gruppo Stellantis, le cifre sono ancora altissime.
Nella flotta di auto di Daimler AG, ad esempio, la media delle emissioni è di 137 gCO2/km. Le auto di Mazda, invece, raggiungono i 135 gCO2/km mentre la casa tedesca BMW è a quota 127. Stellantis, invece, raggiunge solo quota 124, ben lontana, quindi, dalla soglia prevista dei 95 gCO2/km.
Le Multe
E a nulla è servito il timore di ricevere delle multe. Dovete sapere, infatti, che queste società dovrebbero ricevere delle multe per gli sforamenti previsti rispetto alla soglia stabilita. Questo, in realtà, non avviene quasi mai, anche perché si tende, poi, a rimandare e posticipare l’entrata in vigore di queste sanzioni. Anche perché, qualora fossero davvero comminate, potrebbero sicuramente decretare la fine di alcune aziende.
Possiamo, ad esempio, prendere in esame il caso di Volkswagen. La famosa casa produttrice tedesca ha portato la sua flotta di auto ad una media di emissioni pari a 124 gCO2/km, Quindi, 29 gCO2/km al di sopra della soglia prevista. E, quindi, dovrebbe ricevere una sanzione da parte della comunità europea pari a 95 euro per gCO2/km, il tutto moltiplicato per le vendite. E dato che il gruppo tedesco, che tra l’altro ha creato il Maggiolino, è una delle società che vende più auto, dovrebbe ricevere una multa pari ad oltre 30 miliardi di euro. Numeri da capogiro che, potrebbero la società, seppur fortissima, sull’orlo della bancarotta.
Le Società “Quasi Virtuose”
D’altro canto, poi, possiamo mettere in evidenza, però, anche un caso che sicuramente aiuta ad avere un pizzico di fiducia in più rispetto agli obiettivi da raggiungere dalle società che producono auto. Parliamo di Toyota, la casa giapponese che è stata che la media di emissioni per veicolo più bassa di tutti. Questo, grazie anche al fatto che sia stata la prima ad investire sull’ibrido, ovvero su auto che hanno due tipologie di carburanti, benzina ed elettrico che può essere usato per tratti non lunghissimi, come in città, che però allo stesso tempo abbattono i costi per le emissioni.
Toyota, infatti, ha una soglia di emissioni pari 101 gCO2/km. E questo è da considerare un caso esemplare anche perché negli ultimi anni la stessa casa produttrice nipponica, , si è dimostrata non certo convinta della volta green ed elettriche richiesta alle case automobilistiche.
Il motivo, però, non riguarda prettamente le auto, la loro qualità, potenza e le prestazioni. Si parla, infatti, della produzione di energia elettrica che, almeno in Giappone è ancora fortemente legata al carbone. Di conseguenza, si produrrebbe più energia elettrica, emettendo però maggiore anidride carbonica. Di conseguenza, non si avrebbe alcun vantaggio dal punto di vista del cambiamento climatico effettivo.