L’allenatore è l’anima di una squadra. Talvolta, la statura e la fama di certi managers raggiunge, se non supera, quella dei grandi giocatori del loro tempo. Un campione, per quanto importante, è sempre rimpiazzabile, mentre un top allenatore potrebbe non esserlo. È il caso di Zidane, di ritorno proprio in queste ore a Madrid, dove riprenderà in mano la direzione del club che gli ha donato tre Champions League consecutive.
Le innovazioni, metodi di allenamento e strategie di un buon coach possono fare la differenza in maniera esponenziale in termini di risultati. Un manager capace può riportare una grande squadra in crisi alla vittoria, come può trasformare un team di media bravura nel club da battere del momento. È per questo che quando una squadra non consegue risultati, il primo ad essere cacciato è sempre l’allenatore.
Nella storia del calcio, di bravi allenatori ne abbiamo visti a bizzeffe, anche se solo una manciata di questi ha ottenuto l’immortalità negli annali di questo sport. Questi sono quelli che hanno vinto e stravinto con i loro club, quelli che non sono riusciti a stare lontano dal conquistare un trofeo per più di qualche mese, senza mai perdere l’attitudine alla vittoria.
Abbiamo stilato una classifica di quelli crediamo siano i cinque allenatori più conosicuti ed affermati della storia.
#5 Ottmar Hitzfeld
La statura di questo allenatore è racchiusa nel suo soprannome, Gottmar, da “Gott” che in tedesco significa Dio. Hitzfeld rimane il più grande allenatore che la Germania abbia mai prodotto, avendo vinto qualsiasi coppa possibile, dentro e fuori del suo paese.
Hitzfeld fu ai suoi tempi un giocatore di medie capacità in Bundesliga, quando giocava nello Stoccarda. Nel 1983, cominciò la sua carriera da coach che lo portò nel giro di otto anni alla testa del Borussia Dortmund, portando il club a vette mai toccate prima. Sotto la sua direzione, il Borussia arrivò due volte in finale di Champions League, conquistando il titolo nel 1996-97 nella finale contro la Juventus.
Hitzfeld venne poi ingaggiato dal Bayern Monaco con il quale arrivò nuovamente in finale di Champions League per ben due volte negli anni tra il 1998 e il 2001. La prima finale, quella del ‘99, venne persa contro il Manchester United, vittorioso con due gol segnati nei minuti di recupero. La seconda invece, quella dell’anno successivo, regalò la coppa alla compagine tedesca che sconfisse il Valencia ai rigori.
In totale, parliamo di quattro finali di Champions raggiunte in cinque anni con due squadre diverse, un tranguardo a dir poco sensazionale. Nel frattempo, il tecnico tedesco trovò il tempo di vincere sette titoli di Bundesliga prima di gettarsi sulla scena internazionale a guida dalla nazionale svizzera, che portò alla qualificazione sia nel 2010 che nel 2014. Da notare la performace del 2014, nella quale la Svizzera non perse nemmeno una partita nella fase a gironi.
Hitzfeld è ora in pensione. Prima di guadagnarsi da vivere nel mondo del calcio, l’ex allenatore era professore di matematica, noto per la sua brillante logica. Dalla cattedra alla panchina è un attimo!
#4 Vicente Del Bosque
Vicente del Bosque è uno dei managers più di successo di tutti i tempi, sia a livello di club che a livello di squadre nazionali. Centrocampista del Real Madrid, una volta ritiratosi da giocatore cominciò la sua carriera sulle panchine spagnole. Nel 1999 Del Bosque diventa l’allenatore ufficiale del Real Madrid, che negli anni sotto la sua guida sarà riconosciuta come la squadra più forte del mondo del momento.
Nei quattro anni dal 1999/2000 al 2002/2003, Los Blancos vinceranno due Champions League e due scudetti, battendo Valencia e Bayer Leverkusen nelle finali. Qualche anno dopo, nel 2008, Del Bosque finirà sulla panchina della nazionale spagnola, con la quale vincerà la prima Coppa del Mondo giallorossa nel 2010.
Due anni dopo, sempre a comando della nazionale spagnola, coach Del Bosque batterà l’Italia nella finale degli Europei 2012 per 4-0. Lascerà la sua nazionale nel 2014. Un allenatore dalle capacità straordinarie e dal carisma necessario per guidare alla vittoria giocatori del calibro di Raul, Ronaldo, Luis Figo, Xavi, Andres Iniesta, e Iker Casillas.
#3 Marcello Lippi
Marcello Lippi è possibilmente il manager italiano più acclamato di sempre ed è uno dei pochissimi allenatori che possono affermare di aver vinto sia la Champions League che un Mondiale. Esperto stratega, abile nel rapporto con i propri giocatori, Lippi è un’ispirazione per moltissimi giocatori e neo allenatori.
La sua carriera da professionista sul campo toccherà l’apice tra le file della Sampdoria dove, una volta ritiratosi, proseguirà come allenatore nel 1985. Nove anni dopo verrà ingaggiato nella Juventus dove sarà in grado di portare la sua squadra a ben tre finali consecutive di Champions League. Sfortunatamente, i bianconeri vinceranno solo una di quelle tre finali, battendo il Borussia Dortmund nel 1995/96.
In quegli anni, Lippi porterà la Juventus nell’Olimpo delle più forti squadre di calcio e sarà in grado di riportare la vecchia Signora in finale di Champions nel 2002/03. La finale venne di nuovo persa, questa volta contro un’altra italiana, il Milan, anche se le “quattro finali di Champions in otto anni” rimarranno un traguardo che pochissimi manager possono vantare.
In campionato invece, gli scudetti vinti dal tecnico toscano con la Juventus ammontano a 5. Tra i giocatori che passarono sotto la sua direzione ci sono Zinedine Zidane, Didier Deschamps, Gianluca Zambrotta, Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Pavel Nedved e Alessandro Del Piero.
Nel 2004 diventa allenatore della nostra nazionale con la quale vincerà il quarto titolo mondiale italiano sotto il cielo azzurro di Berlino, dopo una finale decisa ai rigori contro la Francia.
Dopo la lotteria dei rigori, anche la sua puntuale calma zen venne momentaneamente accantonata per lasciar posto all’euforia dei festeggiamenti.
#2 Rinus Michels
In un certo senso, Rinus Michels fu un pioniere del managment del calcio. Fu infatti il tecnico olandese ad introdurre il concetto di calcio totale, prima alla guida dall’Ajax, per poi portare la sua filosofia al Barcellona. Il suo stile di gioco non prevedeva l’utilizzo di posizioni definite sul campo, così che quando un giocatore lasciava la sua postazione veniva subuto rimpiazzato da un compagno.
Inoltre, la sua tattica di gioco si basava sul possesso palla ottenuto attraverso un fitto reticolato di passaggi corti. Le sue idee portarono l’Ajax a dominare il panorama calcistico mondiale a cavallo tra gli anni ‘60 e ’70, con la quale vinse una Coppa Europea insieme a quattro Eredivisie.
Tra i giocatori di quell’Ajax spettacolare c’era anche Johan Cruyff. Qualche anno dopo, nel 1974, il leggendario attaccante e Michels si rincontrarono in occasione dei Mondiali di Germania dell’Est. Insieme a Cruyff, la formazione olandese presentava giocatori come Johan Neeskens, Ruud Krol e Van Hanegem, con i quali Michels raggiunse la finale che verrà però vinta dalla nazionale del paese ospitante.
La terza occasione nella quale Cruyff e coach Michels si incontrarono fu nel 1978, quando il Barcellona acquistò l’attaccante dall’Ajax. Rinus era l’allenatore della squadra catalana da ormai diversi anni, e l’arrivo del centroavanti olandese rese il Barca la squadra più forte di Spagna. Quell’anno, i blaugrana alzarono la coppa di Liga al cielo.
Nel 1986, Michels tornò ad allenare la nazionale olandese con la quale vinse il campionato europeo di calcio del 1988, battendo l’USSR per 2-0 in finale. Le teorie di Michels hanno ispirato un’intera generazione di giocatori tra i quali Ruud Gullit, Marco Van Basten, Ronald Koeman e Frank Rijkaard, e sono riconosciute tutt’oggi con il nome di tiki-taka.
#1. Sir Alex Ferguson
La sua carriera ai Red Devils comincia nel 1986, dopo essere stato alla guida della nazionale scozzese e del club scozzese dell’Aberdeen, con il quale vinse una Coppa delle Coppe. Ci vollero 5 anni di militanza sulla panchina dello United prima di raggiungere la sua prima Premier League nel ‘91.
Da li fino al suo ritiro nel 2013, Ferguson è riuscito a conquistare 12 titoli Premier League e due Champions League, nel 98/99 e nel 07/08. Dopo la vittoria più recente, Ferguson riuscì ad approdare in finale di Champions in altre due occasioni nei tre anni successivi.
Al di la dei titoli, il tecnico scozzese era conosciuto per il suo leggendario fiuto per i nuovi talenti. Tra le sue scoperte ricordiamo Ronaldo, Peter Schmichael, Nemanja Vidic, Roy Keane, Wayne Roone e Eric Cantona.
Con lui, lo United sviluppò uno spirito combattivo duro a morire come nessun’altra squadra di Premier che permise al club di vincere molte partite proprio nei minuti di recupero. Una fra tutte, ricordiamo la finale di Champions League contro il Borussia del ’99, pareggiata e poi vinta nei cinque minuti di gioco rimasti.
Scritto da Andrea Gorio