In questo articolo vi parleremo nel dettaglio di uno dei più forti giocatori di sempre, scomparso alla fine del 2022. Parliamo di Edson Arantes do Nascimento, che per tutti gli appassionati di calcio e non solo, è meglio conosciuto come Pelè.
Ci soffermeremo sulla storia di questo talentuoso calciatore brasiliano, ma anche su alcune curiosità che forse non conosci su O’ Rei, così come era soprannominato in Brasile e nel mondo.
Pelè: Una Vita al Santos
Perché nasce nell’ottobre del 1940 in Brasile, precisamente nella cittadina di Três Corações. Da piccolissimo, però, si trasferisce insieme alla madre e al padre (ex giocatore di calcio) a Bauru, nella regione di San Paolo. Ed è qui che inizia a dare i primi calci al pallone. Nel 1956 un dirigente del Santos nota questo incredibile 15enne dalle doti eccelse e lo consiglia subito al Santos. Il club non si fa perdere l’occasione e decide di tesserare Pelè nel settore giovanile. In realtà, nelle giovanili ci resterà davvero poco visto che già a sedici anni viene trasferito in pianta stabile in prima squadra.
E nella sua prima stagione da professionista diventa subito il capocannoniere del campionato e viene convocato in nazionale. In sole 29 gare, infatti Pelè riesce a siglare ben 36 reti grazie alle sue doti tecniche fisiche che lo rendono estremamente temibile sotto tutti gli aspetti a partire dalla velocità, il colpo di testa e il tiro.
L’anno successivo, giusto per farvi capire di che talento stiamo parlando, in 38 gare segna 58 gol. Cifre mostre che si ripetono nel corso degli anni successivi. In totale, resterà al Santos per circa 17 anni giocando 580 gare e segnando 568 reti.
L’esperienza negli USA
Dopo un anno di inattività, nel 1977 a Pelè arriva l’offerta dei New York Cosmos, una squadra della lega statunitense e di proprietà della Warner Communications. La scelta di puntare su Pelè arriva, oltre che per le sue doti calcistiche assolutamente incredibili, anche per promuovere il calcio negli USA. Non a caso nel corso di quegli anni nella North American Soccer League (NASL) arriveranno una lunghissima serie di campioni giunti ormai quasi alla fine della loro carriera. Tra questi, ad esempio, ci sono Carlos Alberto, il portoghese Eusebio, Beckenbauer e l’italiano Giorgio Chinaglia.
Ovviamente, anche in America Pelè è riuscito ad imporsi senza particolari problemi e nel 1977 vince anche il campionato. In America vi resta tre anni duranti i quali viene inserito nell’All Star Games.
Pelè e il Brasile
Sulla storia di questo giocatore nella nazionale verdeoro e su quanti gol ha fatto Pelè con il Brasile potremmo parlare per ore. In questo articolo su uno dei più forti giocatori di sempre, però, vogliamo soffermarci anche su alcune curiosità e ricordi, e quindi ci soffermeremo brevemente.
Basta sapere, ad esempio, che Pelè detiene un incredibile record, ovvero aver vinto tre edizioni dei Mondiali. Il Brasile, infatti, convoca Pelè ben tre mesi prima di compiere 17 anni e il suo debutto non è per niente banale. La sua prima gara, infatti, la gioca contro i rivali calcistici di sempre, ovvero l’Argentina che in quell’occasione batterono i verdeoro per 2 reti ad 1. Ed indovinate chi segnò la rete brasiliana? Esatto, proprio il sedicenne Pelè che dimostrò a tutti di essere già allora uno dei più forti calciatori di sempre.
A meno di 18 anni, poi, Pelè diviene il primo calciatore a giocare una finale di Mondiali e poi a vincerla, segnando anche una doppietta alla Svezia. La prima rete del brasiliano in finale, con un delizioso pallonetto al difensore e un tiro al volo, è stato decretato tra i più bei gol della Coppa del Mondo.
Partecipa anche ai Mondiali del 1962, vinti dal Brasile ma senza il sostegno di Pelè nella fase finale, a causa di un grave infortunio riportato nella gara con la Slovacchia. Nel 1970, Pelè viene chiamato dal c.t. verdeoro e in sei gare sigla altrettante reti che aiutano il Brasile a conquistare il suo terzo Mondiale stabilendo un record.
Pelè e l’Italia
Non tutti sanno che Pelè è stato davvero molto vicino a giocare in Italia, precisamente all’Inter e questo avrebbe sicuramente cambiato tutte le carte in tavole per le scommesse online, o per meglio dire le scommessa classiche sul calcio, visto che di internet ancora non se ne parlava all’epoca.
In realtà, però, il suo trasferimento non si conclude. Ma vediamo nel dettaglio come è andata la storia.
Nel 1966 tutto il Mondo calcistico iniziò a sentire il nome di Pelé e si incuriosirono immediatamente. Per questo motivo, tutti i più importanti club europei inviarono i loro osservatori a visionare questo sedicenne che stava facendo faville in Brasile. Ovviamente, ci misero poco a capire che si trattava di un talento innato e iniziarono a fioccare le offerte per accaparrarsi il giocatore. Ad avere la meglio fu l’Inter, allora presieduta da Angelo Moratti che firmò un precontratto con il presidente del Santos.
Un tifoso brasiliano inferocito per la cessione di Pelè ad una squadra europea aggredì violentemente il presidente del Santo e per questo motivo il contratto è stato stracciato. Alla fine, poi, Pelè e il Santos decisero di non lasciarsi mai più se non per l’esperienza alla fine della carriera in America.
Pelè e il Cinema
Oltre a quanto gol ha fatto Per nella sua carriera, c’è un altro episodio della vita di Pelé che dobbiamo ricordare. Parliamo della sua esperienza cinematografica nel famosissimo film “Fuga per la Vittoria”. La storia si basa su un gruppi di prigionieri di un campo nazista che tentano la fuga e per farlo sfidano i militari in una partita di calcio. Tra i prigionieri, oltre al protagonista Sylvester Stallone, c’è Pelè che, ovviamente, dimostra il suo talento anche in questa pellicola americana.
Il Dualismo con Maradona
Per tantissimi anni il mondo calcistico si è interrogato su chi tra Pelè e Maradona è stato il giocatore più forte di sempre. Ovviamente, quando si parla di dubbi come questo, così come per gli speciali calcio, una risposta certa non c’è.
Parliamo, infatti, di epoche molto diverse tra loro, di campionati diversi e di storie diverse. Insomma, ogni appassionato di calcio può scegliere l’uno o per l’altro senza far un torto ad entrambi che hanno rappresentato la storia di questo sport. E che saranno per sempre nel cuore di ogni tifoso per ciò che hanno realizzato in campo.